Gaza sotto assedio: l’inerzia (e le ipocrisie) di USA e Europa.
In questo momento la striscia di Gaza è di nuovo teatro di un’operazione militare su larga scala. Le immagini che arrivano da Gaza City mostrano quartieri devastati, ospedali al collasso e un numero crescente di civili senza via di fuga.
Mentre Israele rivendica motivi di sicurezza, il risultato sul campo è un dramma umanitario che pesa soprattutto sui più vulnerabili: bambini, donne, anziani.
Europa: proclami di pace e diritti umani, ma nella pratica forniture militari, contratti energetici e dichiarazioni ambigue che finiscono per alimentare il conflitto.
Mentre i leader europei parlano di “cessate il fuoco” e “diritto alla difesa”, le stesse cancellerie continuano a firmare accordi economici e astenersi da decisioni vincolanti nei consessi internazionali. È una diplomazia che, invece di spegnere le fiamme, sembra gettare benzina sul fuoco.
Di fronte a una crisi umanitaria senza precedenti, le parole non bastano più.
L’Europa deve scegliere se restare complice, o se usare davvero il proprio peso politico ed economico per imporre un negoziato e salvare vite umane.
Andrea Montesanto